Teologia sistematica – I: «Il sacro, la tecnica, l’umanesimo (mancato). Per un’antropologia controcorrente»

FTIS – Specializzazione
Licenza

Teologia sistematica – I: «Il sacro, la tecnica, l’umanesimo (mancato). Per un’antropologia controcorrente»
Codice Insegnamento: S-18TS01
Anno di corso: Discipline a scelta
Tipo di insegnamento: OBBLIGATORIO
Crediti: 6
Ore: 48
Lingua in cui viene erogato il corso: Italiano
Metodo di insegnamento: Didattica formale/lezioni frontali
Tipo di esame: Prova Orale

Indirizzi

  • Teologia Fondamentale
  • Teologia Sistematica
  • Studi Biblici
  • Teologia Morale
  • Teologia Pastorale
  • Teologia Spirituale
Docenti

Obiettivo:

Il corso riprende in sede critica le espressioni del largo interessamento esposto dall’attuale riflessione teologica per il complesso di questioni promosso in ragione del pertinente recupero della dimensione storico-temporale dell’uomo. La prospettiva sostenuta dagli odierni discorsi della teologia intenderebbe criticarvi i moduli concettuali, assieme alle letture disciplinari, rinvenibili nel percorso tracciato dalla teologia moderna. Nondimeno le proposte messe in campo dalla teologia, cominciando dal disegno trascendentale fino alla visione pratica, non superano gli inopportuni difetti del ragionamento moderno, nella misura in cui ne avvalorano lo scorretto approccio alla natura originale dell’uomo, quella stessa che il singolo attesta nei fatti dei quali diventa l’autore.


Programma:

L’ampio dialogo intessuto dalla recente teologia con i discorsi forniti sull’uomo, il protagonista dell’epoca in corso, rappresenta un’eloquente replica concessa ai differenti orientamenti, dunque alle molte voci guida, che i maggioritari programmi culturali di volta in volta suggeriscono. Per quanto la teologia consideri d’avervi recuperato il gesto d’una dottrina attenta al percorso delle vicende reali del tempo degli uomini, bisogna contestarle come essa abbia mantenuto operante il compatto modello riflessivo dell’era moderna, dato che ne prosegue la grave lacuna di fondo, ossia cede all’ottica di tipo generalista. Le categorie interpretative dell’umano, alla cui consuetudine il manuale moderno (come d’altronde il manuale contemporaneo) resta sospinto dalla prospettiva adottata, vengono sostituite da altre (dono, finitudine, desiderio, traccia) che destinano il ragionamento teologico a divenirvi una componente discorsiva del tutto periferica entro l’odierna discussione sull’uomo umano. L’andatura dello svolgimento teologico assume la giusta mossa interpretativa soltanto se non dimentica come l’analisi debba prendervi in esame la dimensione del solus ipse per indicarvi la natura originale del soggetto, che vive gli eventi sempre in prima persona. Il rilancio della forma originale dell’evento cristico come d’altra parte il recupero della dinamica d’ordine pratico della fede nel Dio divino obbliga alla verifica puntuale di alcuni tra gli innovanti tentativi speculativi prodotti fino a ora, di cui giustappunto la triade argomentativa – il sacro, la tecnica, l’umanesimo (mancato) – costituisce la pregnante segnatura, per il fatto che mantiene aperta la questione dell’uomo in maniera da non trascurarne gli irriducibili singolari dinamismi, ragione d’un episodio personale insuperabile (definitivo) dell’intera storia universale.


Avvertenze:

L’ampio dialogo intessuto dalla recente teologia con i discorsi forniti sull’uomo, il protagonista dell’epoca in corso, rappresenta un’eloquente replica concessa ai differenti orientamenti, dunque alle molte voci guida, che i maggioritari programmi culturali di volta in volta suggeriscono. Per quanto la teologia consideri d’avervi recuperato il gesto d’una dottrina attenta al percorso delle vicende reali del tempo degli uomini, bisogna contestarle come essa abbia mantenuto operante il compatto modello riflessivo dell’era moderna, dato che ne prosegue la grave lacuna di fondo, ossia cede all’ottica di tipo generalista. Le categorie interpretative dell’umano, alla cui consuetudine il manuale moderno (come d’altronde il manuale contemporaneo) resta sospinto dalla prospettiva adottata, vengono sostituite da altre (dono, finitudine, desiderio, traccia) che destinano il ragionamento teologico a divenirvi una componente discorsiva del tutto periferica entro l’odierna discussione sull’uomo umano. L’andatura dello svolgimento teologico assume la giusta mossa interpretativa soltanto se non dimentica come l’analisi debba prendervi in esame la dimensione del solus ipse per indicarvi la natura originale del soggetto, che vive gli eventi sempre in prima persona. Il rilancio della forma originale dell’evento cristico come d’altra parte il recupero della dinamica d’ordine pratico della fede nel Dio divino obbliga alla verifica puntuale di alcuni tra gli innovanti tentativi speculativi prodotti fino a ora, di cui giustappunto la triade argomentativa – il sacro, la tecnica, l’umanesimo (mancato) – costituisce la pregnante segnatura, per il fatto che mantiene aperta la questione dell’uomo in maniera da non trascurarne gli irriducibili singolari dinamismi, ragione d’un episodio personale insuperabile (definitivo) dell’intera storia universale.


Bibliografia:

H.U. von Balthasar, La domanda di Dio dell’uomo contemporaneo, Queriniana, Brescia 2013; C. di Martino, Viventi umani e non umani. Tecnica, linguaggio, memoria, Cortina, Milano 2017; M. Foucault, La cura di sé, Feltrinelli, Milano 201412 (1985); M. Heidegger, La questione della tecnica, Mursia, Milano 1976; S. Petrosino – S. Ubbiali, Il peso che porta in alto. Agostino e la confessione del soggetto, Cittadella, Assisi 2017; J. Taubes, Escatologia occidentale, Garzanti, Milano 1997.

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