FTIS – Specializzazione
Licenza
Teologia fondamentale – III: «La presenza del Definitivo e la realtà della fede. La valenza temporale della presenza eucaristica»
Codice Insegnamento: S-18TF03
Anno di corso: Discipline a scelta
Tipo di insegnamento: OBBLIGATORIO
Crediti: 3
Ore: 24
Lingua in cui viene erogato il corso: Italiano
Metodo di insegnamento: Didattica formale/lezioni frontali
Tipo di esame: Prova Orale
- Teologia Fondamentale
- Teologia Sistematica
- Studi Biblici
- Teologia Morale
- Teologia Pastorale
- Teologia Spirituale
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Per un approccio fondamentale alla fede come atto concreto dell’esistenza il riferimento alla dinamica eucaristica riveste un ruolo decisivo. Esso può essere colto se si mette in evidenza la peculiare dinamica di presenza che nella celebrazione eucaristica si attua. Confrontandosi con il dibattito attuale, il corso intende mostrare come il legame tra fede e presenza eucaristica possa essere colto nella sua portata radicale se quest’ultima, al di là di ogni prospettiva cosificante, è pensata nella sua dimensione di evento. Nella celebrazione il Definitivo si rende presente rimandandosi alla storicità dell’esistenza credente, cosicché questa nel proprio tempo riconosce l’esserci del Risorto e da essa è rinviata alla propria singolarità. Nella dinamica storica, che con essa si attua, l’Eucaristia determina la fede, e quindi l’esistenza storica di ciascuno, come atto non separabile dall’iniziativa divina.
Programma:
Il corso, riprendendo e approfondendo le considerazioni svolte in quello svoltosi durante l’anno scorso, prende avvio dalle riflessioni sull’Eucaristia e sul sacramento portate avanti da E. Jüngel e da J.Y. Lacoste. Il confronto tra i due autori è rilevante perché entrambi, pur nella differenza tra le loro prospettive, si impegnano in un approccio al sacramento teso a mettere in evidenza il rapporto che in esso si attua tra la temporalità cristologica e quella della libertà umana. In entrambe ci si propone infatti di fare emergere il senso dell’atto liturgico per l’esperienza di ogni uomo nella sua dimensione storica effettiva. E. Jüngel sottolinea la peculiarità della dimensione dell’agire nella liturgia: in essa l’uomo non si propone alcun fine produttivo, ma lascia venire quel Definitivo che rivela il senso di ogni atto. L’approccio fenomenologico di Lacoste ricerca nell’Eucaristia la dinamica profonda dell’esistenza storica: in essa la presenza dell’Assoluto accade non requisendo la storia, ma mettendo in atto il luogo in cui essa è stabilita nella sua consistenza. Nella presenza eucaristica il Definitivo apre quella distanza che fa sì che l’uomo pienamente sia. Ciò che accade nell’Eucaristia richiede quindi una prospettiva teorica che sappia accostarsi all’agire celebrativo senza vederlo come inessenziale rispetto a una dimensione astorica che si afferma prescindendo da esso, ma anche senza ridurlo a mero momento empirico. Nella celebrazione eucaristica l’agire umano si riconosce inseparabile dall’iniziativa cristologica. Per questo nella celebrazione la fede è istituita nella sua verità.
Avvertenze:
Il corso, riprendendo e approfondendo le considerazioni svolte in quello svoltosi durante l’anno scorso, prende avvio dalle riflessioni sull’Eucaristia e sul sacramento portate avanti da E. Jüngel e da J.Y. Lacoste. Il confronto tra i due autori è rilevante perché entrambi, pur nella differenza tra le loro prospettive, si impegnano in un approccio al sacramento teso a mettere in evidenza il rapporto che in esso si attua tra la temporalità cristologica e quella della libertà umana. In entrambe ci si propone infatti di fare emergere il senso dell’atto liturgico per l’esperienza di ogni uomo nella sua dimensione storica effettiva. E. Jüngel sottolinea la peculiarità della dimensione dell’agire nella liturgia: in essa l’uomo non si propone alcun fine produttivo, ma lascia venire quel Definitivo che rivela il senso di ogni atto. L’approccio fenomenologico di Lacoste ricerca nell’Eucaristia la dinamica profonda dell’esistenza storica: in essa la presenza dell’Assoluto accade non requisendo la storia, ma mettendo in atto il luogo in cui essa è stabilita nella sua consistenza. Nella presenza eucaristica il Definitivo apre quella distanza che fa sì che l’uomo pienamente sia. Ciò che accade nell’Eucaristia richiede quindi una prospettiva teorica che sappia accostarsi all’agire celebrativo senza vederlo come inessenziale rispetto a una dimensione astorica che si afferma prescindendo da esso, ma anche senza ridurlo a mero momento empirico. Nella celebrazione eucaristica l’agire umano si riconosce inseparabile dall’iniziativa cristologica. Per questo nella celebrazione la fede è istituita nella sua verità.
Bibliografia:
E. Jüngel, Segni della parola. Sulla teologia del sacramento, Cittadella, Assisi 2002; C. Cao, La fenomenologia rovesciata: percorsi tentati in J.L. Marion, M. Henry e J.L. Chrétien, Rosenberg & Sellier, Torino 2004; M. Henry, Eucaristia e fenomenologia nella riflessione filosofica contemporanea, in N. Reali (ed.), Il mondo del sacramento: teologia e filosofia a confronto; J.Y. Lacoste, Esperienza e assoluto. Sull’umanità dell’uomo, Cittadella, Assisi 2004; Id., L’intuition sacramentelle et autres essais, Ad Solem, Nanterre 2015.